Doppia recensione di “Obey” ed “Apoi!calypse” su Punkadeka!

THE UNBORN: Obey + ApOi!calypse

Punk Review
A cura di Matt Murphys   |      

 

Un giorno un amico mi ha parlato del suo nuovo gruppo, gli Unborn, mi ha detto che avrebbe spedito i primi due lavori, qualche giorno arriva un pacco da Viterbo con dentro un 7″ dalla grafica allucinante e nientemeno che una musicassetta! Mi tocca ammettere da subito che, la contrario del vinile, la cassetta non ho potuto ascoltarla, in quanto il mio vecchio mangianastri mi ha abbandonato una vita fa, quindi ho approfittato del codice allegato per scaricare i brani in alta qualità, e queste sono le mie impressioni.

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Parto dal primo lavoro, Obey, un 7″ in edizione limitata a 300 copie, 130 delle quali rosse (e secondo voi quale mi ha spedito? Sembra che mi abbia letto nel pensiero), due pezzi potenti, uno in italiano e l’altro in inglese, con una fortissima impronta Oi! vecchia scuola, ma con un po di streetpunk e di robusto rock, i testi, lo si intuisce anche dai titoli, semmai la grafica non bastasse, affondano a piene mani nei classici horror degli anni ’70, molto interessanti ed originali, la registrazione in presa diretta dona ai pezzi quel piacevole pizzico di ruvidità in più, per una manciata di minuti dove verrete catapultati in qualche città distrutta da una bomba atomica, due tracce che rimangono immediatamente in testa.

Produzione frutto della collaborazione tra Skinheads Sounds, Chosen Few Street Production, Tuscia Clan, Torpedos Roma, Anfibio Records e Rusty Knife, registrato, mixato e masterizzato presso il Fear no One Studio di Viterbo da Emiliano Natali, grafica di Alessandro Aloe (Moriarty Graphics).

Track list:

01. la città verrà distrutta all’alba

02. they live

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Il secondo lavoro, uscito qualche mese dopo solo ed unicamente su cassetta (ed ovviamente on-line), mi ha colpito di nuovo per la grafica perché, da vecchio lettore di Dylan Dog ho riconosciuto subito la mano di Giorgio Santucci, poi passando al disco, o meglio alla cassetta, già dalle prime note ritorna quel senso di angoscia, disperazione e rabbia che avvolge i loro pezzi, intrisi di disastri post-apocalittici e maschere antigas, anche qui i vecchi capolavori dell’orrore sono sempre presenti; sul lato A mi è piaciuta moltissimo “hanno cambiato faccia”, tratto dal film omonimo del ’71 di Corrado Farina, ma quanto mai attuale, anche se prima va citata una cianotica “la notte dei morti viventi” col suo ritornello che non accenna ad andarsene dalla mia testa, sul secondo lato troviamo una nuova registrazione di “they live” questa volta tradotta in italiano e conclude la strumentale “the shape”, con quella tastiera che mette ansia peggio di un film di Dario Argento. Insomma gli Unborn mi sono piaciuti molto, interessanti ed originali, mai banali e coinvolgenti.

Disco autoprodotto dagli Unborn con la collaborazione di Skinheads Sound, registrato, mixato e masterizzato sempre in presa diretta  presso il Fear no One Studio di Viterbo da Emiliano Natali, copertina di Giorgio Santucci e grafica curata da Skinhead Sounds, cassetta stampata da Tape It Easy.

Track list:

01. la notte dei morti viventi

02. hanno cambiato faccia

03. they live (versione italiana)

04. the shape (outro)

Articolo originale

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