The Unborn - Horror street punk band

The Unborn: intervista per la fanzine “BRA”

L’eccellente fanzine “BRA” di Bordeaux ci ha intervistato. Riportiamo la traduzione in italiano della conversazione, che riguarda le attività e le influenze musicali e cinematografiche degli Unborn

The Unborn sulla fanzine "BRA" di Bordeaux

Segue la traduzione in italiano della nostra intervista apparsa su BRA #9, giugno 2020, con l’esclusione dell’introduzione, pensata per il pubblico francese.

Intervista

Ciao! Ti va di presentarti?

Mi chiamo The Shape e sono il cantante del gruppo horror street punk The Unborn. Siamo di Viterbo, e ci siamo formati alla fine del 2015.

Com’è nata l’idea di connettere la musica degli Unborn al cinema?

L’idea è nata dal nostro amore per i film di genere horror, fantascientifico e giallo, soprattutto nel caso in cui questi lavori abbiano un forte significato sociale.

Infatti, la maggior parte dei nostri testi sono impegnati, e aggiungerei in modo originale, visto che non usiamo né i soliti slogan né alcun simbolo politico.

Questo aspetto ci distingue dalla maggior parte dei gruppi horror punk, che in genere non sono politicizzati.

The Unborn - Horror street punk band
Foto di Michela Midossi.

Quali sono le vostre influenze musicali?

Street punk, Oi!, hard rock, heavy metal e un pizzico di hardcore.

Naturalmente ci piace pure l’horror punk – infatti facciamo o facevamo delle cover dei Misfits, come Some Kinda HateBraineaters – ma sicuramente dobbiamo di più all’influsso di gruppi come i Blood e i 4-Skins.

Le tematiche horror e fantasy vi accomunano al metal, al punk e allo psychobilly, ma sono molto rare in ambito Oi! e street punk. L’unico gruppo che mi viene in mente, in questo filone, sono i Bloodline. Conosci altri gruppi “horror Oi”?

Non sapevo che i Bloodline avessero testi a tema horror.

L’unico gruppo Oi! di cui sia a conoscenza che ha dedicato diversi brani all’horror sono gli Attak, band di New Mills dei primi anni ’80, mi piacciono molto.

Comunque sia, come ti dicevo, la differenza tra gli Unborn e gli altri gruppi “horror Oi” e horror punk è nel fatto che noi utilizziamo questo genere cinematografico per parlare della situazione politica e sociale odierna.

Il nome “The Unborn” fa riferimento al film di Rodman Flender del 1991 o a quello di David S. Goyer del 2009?

A nessuno dei due, abbiamo scelto questo nome semplicemente perché ci piaceva.

I componenti del gruppo indossano delle maschere. Questo è dovuto alla tradizione del giallo e dello slasher horror, o è forse una sorta di protezione dal Coronavirus?

Beh, in quest’ultimo caso avremmo indossato delle maschere antigas, come nel film di Romero La città verrà distrutta all’alba!

Comunque è vero, ci rifacciamo allo slasher e al giallo anche nel look: pensa ai film La città che aveva paura di Charles B. Pierce, oppure a I corpi presentano tracce di violenza carnale di Sergio Martino.

A parte ciò, la maggior parte dei membri fondatori degli Unborn è abbastanza conosciuta per l’attività in altri gruppi Oi! e hardcore, pertanto quando iniziammo il progetto pensammo di usare delle maschere e dei “nomi d’arte”, visto che volevamo sapere cosa pensassero i ragazzi della nostra musica, senza che fossero influenzati dalle nostre vere identità.

Di quella formazione è rimasto un unico componente, cioè io, ma continuiamo comunque a indossare delle maschere perché si adattano perfettamente alla nostra musica e al nostro immaginario.

Per le fotografie ufficiali usiamo delle maschere ricavate da balle di iuta, mentre per i concerti utilizziamo, per motivi pratici, dei passamontagna.

The Raven
The Raven (basso).

Suonate spesso dal vivo? Avete mai suonato all’estero?

No, non facciamo molti concerti, ognuno di noi suona anche in altre band, ed è spesso difficile coordinare i nostri impegni. Inoltre, pur essendo attivi da pochi anni, abbiamo cambiato formazione molte volte, e questo non aiuta.

Per quanto riguarda le date estere, i nostri amici svizzeri di Subculture 69 hanno cercato di farci suonare nel loro paese, ma finora non è stato possibile. L’ultima volta che se ne è parlato è iniziata l’emergenza per il Coronavirus, che ha bloccato tutto.

Tutti i film a cui fate riferimento sono degli anni ’70 e ’80. Non vi piacciono i nuovi slasher, o anche gli horror usciti negli ultimi anni?

La maggior parte dei film a cui abbiamo reso omaggio sono degli anni ’70 e ’80, così come dei primi ’90 – come nel caso di Candyman – Terrore dietro lo specchio di Bernard Rose – ma non si tratta di una cosa voluta.

Per quanto riguarda l’horror recente, esistono molti film estremamente validi (HereditaryScappa – Get OutThe Witch e altri ancora) e prima o poi renderemo omaggio anche a loro.

Il giallo all’italiana è ancora popolare nel vostro paese? Ai giovani piacciono i film di questo genere?

Beh, credo di sì! Alcuni componenti degli Unborn sono piuttosto giovani, e anche a loro piacciono il giallo e l’horror, per cui immagino che anche le nuove generazioni siano interessate al genere.

Conosci il giallo francese Amer di Hélène Cattet e Bruno Forzani?

Non l’ho ancora visto ma lo farò quanto prima, grazie per il consiglio!

The Prowler
The Prowler (chitarra).

Film come I guerrieri della notte – così come, più tardi, Colors – hanno ispirato fortemente i giovani delle gang dei quartieri popolari di Parigi. Nelle metropoli italiane è accaduta la stessa cosa?

Credo che I guerrieri della notte abbia avuto un forte impatto su diverse generazioni del nostro paese, compresa la mia: io sono nato intorno alla metà dei ’70, mentre la pellicola è del ’79, eppure quando ero adolescente il film era ancora considerato scioccante.

Comunque sia, in Italia l’impatto de I guerrieri della notte è stato senz’altro diverso rispetto alla Francia, visto che qua non esiste una cultura delle gang analoga a quella parigina.

Ti piacciono gruppi come i Calibro 35 e i Goblin?

I Calibro 35 mi piacciono, mentre per i Goblin è vero e proprio amore!

In questo momento, esistono diverse formazioni post-Goblin, e in due di queste – i Goblin Rebirth e i Claudio Simonetti’s Goblin – militano musicisti viterbesi, insieme a componenti della formazione originale, e questo ci riempie d’orgoglio.

Vi piacerebbe realizzare una colonna sonora? Conoscete persone che lavorano nell’industria cinematografica?

Beh, naturalmente ci piacerebbe, ma conosciamo poche persone che lavorano nel settore.

Tuttavia, alcuni nostri amici sono operatori indipendenti, come Silvia D’Orazi e Flavio Gasperini, i quali – anche grazie a Michela Midossi, la nostra fotografa ufficiale – ci hanno aiutato a realizzare alcuni video, che trovate sul nostro canale YouTube.

Conosciamo anche i tuoi conterranei di Three Mothers Film, e ci piacciono i loro lavori. Hanno una mentalità simile alla nostra.

Conosci il sottogenere del rap chiamato “horrorcore”? Cosa ne pensi?

Non lo conosco, mi dispiace. Non ho niente contro il rap – anzi, apprezzo molto l’hip hop vecchia scuola – e sono a conoscenza dell’esistenza dell’horrorcore, ma non l’ho mai ascoltato. Non saprei proprio cosa dire.

The Unborn: Slasher - Street Punk Anthems

Il vostro album Slasher – Street Punk Anthems è uscito per l’etichetta Skinhead Sounds. Come sono andate le vendite? C’è stata una buona accoglienza? Pensate di far uscire anche una versione in vinile, visto che al momento è disponibile soltanto come digipack?

Beh, inizialmente Slasher sarebbe dovuto uscire nel formato LP. Quando stavamo completando la registrazione, la casa discografica che avrebbe dovuto stamparlo ha cambiato programma, proponendoci di far uscire l’album come CD. A quel punto abbiamo deciso di cambiare etichetta e ci siamo rivolti a Skinhead Sounds, che aveva già pubblicato altri nostri lavori.

Skinhead Sounds è una piccola etichetta, e in quel momento non aveva la possibilità di pubblicare l’album in vinile, quindi abbiamo optato per il formato digipack.

L’etichetta ha inoltre stampato diverso materiale promozionale – sempre con l’artwork di Moriarty Graphics, che ha realizzato la copertina del disco – come ad esempio adesivi, kit di spille, ecc.

Per quanto riguarda l’accoglienza, l’album ha ricevuto ottime recensioni e anche le vendite stanno andando bene, soprattutto se consideri che in questo momento non è possibile suonare dal vivo.

Inoltre, siamo un gruppo molto di nicchia: per apprezzare gli Unborn, ti deve innanzitutto piacere l’Oi!, quindi l’horror, e – possibilmente – devi avere idee quanto meno “progressiste”, per non dire rivoluzionarie, visto che i nostri testi sono molto politicizzati, anche se non militanti, quantomeno non nel senso classico del termine.

Avete progetti per il futuro?

L’etichetta statunitense Ratgirl Records ha appena pubblicato la cassetta EP The Last Man On Earth, con grafica di copertina di Camden Supernova.

In realtà, non si tratta di nuovo materiale ma di una mini raccolta che include versioni alternative di alcuni brani apparsi su Slasher, oltre a una cover dei Misfits.

Ci sono pure altri progetti, come una compilation EP con gli altri gruppi Oi! e street punk della nostra zona, ma data la situazione attuale il discorso è sospeso, anche se contiamo di riprenderlo al più presto.

Non appena ci sarà possibile, inizieremo a lavorare a dei pezzi nuovi, per i quali abbiamo già qualche riff e un paio di testi.

Tape

Le domande sono finite. Avete qualcosa da aggiungere?

Sì, grazie mille per esserti interessato a noi.

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A presto!

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