Intervista agli Unborn su Move Magazine

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Dino Manoni

The Unborn nascono nel 2015, fondendo l’attitudine dello street punk alla passione per il cinema. In faccia non ci è concesso vederli, ma il loro primo lavoro la dice lunga.

Come ha avuto origine la band?
Siamo tutti appassionati sia di musica street punk e hard rock sia di cinema horror, thriller e di fantascienza, quindi abbiamo pensato di unire questi interessi nel progetto The Unborn. L’idea di base è rendere omaggio ai nostri film preferiti, specialmente quelli contenenti un messaggio politico o sociale.

Spiegateci cosa c’è dietro al vostro look e al fatto di suonare e apparire con i volti coperti.
Le maschere sono un riferimento ai film slasher e crediamo che contribuiscano ad aumentare l’impatto del gruppo. Prestiamo molta attenzione all’aspetto estetico del progetto, oltre che a quello musicale.

È uscito da poco il vostro primo singolo, Obey. Parliamo di questo lavoro e delle due tracce che contiene. 
Il singolo è stato registrato in presa diretta, con qualche sovraincisione, al Fear No One Studio di Montefiascone. Il concept che ne è alla base è ispirato a Essi vivono di John Carpenter (1988), un film divertente ma anche di denuncia, in quanto critica le classi dominanti e la società dei consumi. L’artwork è opera di Alessandro Aloe (Moriarty Graphics) e si rifà alla medesima pellicola. Stesso discorso per il titolo, che è uno dei tanti messaggi subliminali tramite i quali, secondo Carpenter, veniamo controllati da chi ha in mano il potere: Obey, conform, no independent thought ecc. Uno dei brani, They live, fa ovviamente riferimento a Essi vivono, mentre l’altro, La città verrà distrutta all’alba, è un tributo al film omonimo di George Romero (1973), che è a sua volta un’opera antimilitarista. Di quest’ultimo pezzo esiste un lyric video realizzato da Silvia D’Orazi, presente su YouTube.

I due brani sono uno in Italiano e l’altro in inglese. Come mai questa scelta?

I nostri testi sono quasi tutti in italiano, ma nel caso di They live siamo partiti dal ritornello, che rendeva meglio in inglese, e abbiamo costruito le strofe intorno ad esso.

Il disco è stampato in un formato del tutto particolare e in edizione rigorosamente limitata. Dove e come è possibile acquistarlo?
Il singolo ha una tiratura di 300 copie numerate a mano. Si tratta di un vinile colorato inciso su un solo lato, formato 7”, e le prime 100 copie includono una promo-card che riproduce una variante della copertina. È possibile ordinare Obey direttamente da noi o da una qualsiasi delle etichette coinvolte (Skinhead Sounds, Chosen Few, Tuscia Clan, Torpedos Roma, Anfibio, Rusty Knife). A Viterbo è in vendita anche da Decibel, in Via Macel Gattesco.

Cosa farà seguito all’uscita del singolo?
Abbiamo in programma un ep che probabilmente uscirà prima dell’estate 2017. La registrazione è già stata completata, così come l’artwork, dobbiamo soltanto decidere in quale formato pubblicarlo (vinile, cassetta, cd). Per ora niente concerti all’estero, ma nei prossimi mesi ci saranno diverse date italiane. Tenete d’occhio la nostra pagina Facebook e i profili social!

THE UNBORN
The Shape, voce
The Fog, chitarra
The Blob, chitarra
The Fiend, basso
The Ghoul, batteria

CONTATTI
theunbornband.com
facebook.com/oitheunborn

Link all’intervista sul sito di Move Magazine

2 commenti su “Intervista agli Unborn su Move Magazine”

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